Presenza di un “ritmo” artificioso in chat
Una comunicazione in chat non ha il ritmo classico del discorso. Quando chattiamo abbiamo tutto il tempo di pensare alla frase da dire, scriverla, comporla al meglio ricontrollarla e poi inviarla al nostro interlocutore, un po’ quello che avviene con gli SMS. Diverso è un discorso fatto “dal vivo”. In uno scambio comunicativo classico, è sempre presente un ritmo del discorso, a volte molto rapido, cioè gli interlocutori scambiano informazioni molto velocemente, a volte molto lento, a volte uno degli interlocutori non rispetta il “ritmo” del discorso e si è costretti a ristabilire le regole “Stai parlando da solo, adesso mi fai rispondere?”.
Questa assenza di ritmo, facilita la comunicazione, rende il processo sopra descritto di creazione di un immagine ideale molto più semplice e preciso.
Ed ecco che nel momento in cui lo scambio verbale tra i due attori, viene trasportato nella realtà, si assiste ad un radicale cambiamento delle dinamiche di scambio relazionale, e la persona ci appare totalmente diversa da quella che era in chat.
Credo che questi meccanismi contribuiscano alla creazione di un personaggio ideale. Un attore che Pirandellianamente riesce ad adattarsi ai mille volti degli svariati interlocutori che incrocia, incontrandone il favore, un processo che viene agito da entrambe le parti dello scambio comunicativo, con il risultato di avere due persone che, potendolo fare senza grossi problemi, cercano di aderire alle richieste che ricevono, di essere quello che non sono, di essere quello che l’ altro desideri che l’ altro sia.